Arriviamo ad Arezzo sotto un temporalone estivo con tuoni e lampi e, per un attimo, pensiamo addirittura che la serata possa saltare.
Ma poi, Arezzo libera il suo cielo e lo tinge di azzurro. La festa del
Men/Go Music Fest può cominciare.
Siamo nella città che ha dato i natali al Petrarca e Guido Monaco, il benedettino a cui si deve l’invenzione – intorno al 1000 d.c. – dell’attuale sistema di notazione musicale con il tetragramma (oggi pentagramma). Qui la metrica e la musica sono di casa.
E questa è la serata conclusiva del festival della musica indipendente che, giunto alla sua XV edizione, ha portato sul palco nomi di spicco come Carl Brave, Motta e Franco 126.Cominciamo proprio in Piazza Grande, in una bomboniera di palazzi cinquecenteschi e scalinate del Vasari, per un Rock-Talk, un dibattito tra musicisti.
A chiacchierare ci sono Ufo degli Zen Circus, Lodo e Bebo de Lo Stato Sociale, Diego e Veronica de La Rappresentante di Lista. Si parla di musica, di utopia, di parole e di scrittura e, inevitabilmente, di attivismo politico.
Insomma dai, come dice Brunori finiamo sempre a parlare di Salvini, di immigrati e clandestini. Poi però ci trasferiamo al Parco al Prato, vista sul Duomo e belvedere sulle colline toscane. E qui lasciamo parlare la musica, per un crescendo di ritmi e di performance di grande livello.
Apre Postino, aka Samuele Torrigiani da Firenze. Una laurea in medicina, una scrittura “in bagno”, come dice lui stesso, ma romantica e pop, ed un’attitudine da ragazzo timido. Una delle più interessanti nuove proposte della scena indipendente italiana, con sonorità che affondano le radici nei classici del cantautorato ma in una veste più elettronica e contemporanea.
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